Gli ultimi studi hanno evidenziato un’ulteriore riduzione di vita di un soggetto fumatore rispetto al passato.
Le sigarette fanno male, e fino a qui ci siamo. Eppure le vere conseguenze di tale vizio vengono nascoste dietro ad un’abitudine oramai consolidata e normalizzata. In tutto ciò, le campagne di sensibilizzazione che spiegano quanto il fenomeno sia dannoso, ma non si focalizzano quasi mai sull’entità del problema.
Stando ai dati più aggiornati, negli ultimi 15 anni, la percentuale di fumatori è diminuita lentamente, passando dal 30% nel 2008 al 24% attuale. Un bene, penseremo, ma non del tutto: ad oggi il fumo è responsabile di oltre 93.000 decessi all’anno in Italia, con circa la metà attribuibile a tumori,. Un imponente 90% dei casi di tumore ai polmoni è associato a soggetti fumatori. Visto che la medicina nel frattempo va avanti, alcuni ricercatori non si sono limitati ad offrire i dati necrologici, ma hanno dimostrato quanti minuti di vita si persona facendo un gesto banale come fumare una sigaretta. I risultati sono tutto fuorché rassicuranti.
Ogni sigaretta fumata riduce l’aspettativa di vita di circa 20 minuti. Questo è quanto emerge da uno studio recente condotto dall’University College London, che ha rivisto e aggiornato le precedenti stime sull’impatto del fumo sulla salute. Non si tratta di un dettaglio trascurabile: considerando un pacchetto da 20 sigarette, il totale equivale a una riduzione di circa 7 ore di vita.
Il dato, purtroppo, non sorprende. Da decenni, la scienza ha confermato che il fumo è una delle principali cause di morte evitabile, e con questo nuovo aggiornamento si mette ancora più in evidenza quanto sia devastante anche in piccole dosi. Chi fuma abitualmente dieci sigarette al giorno, ad esempio, potrebbe perdere quasi tre ore di vita quotidianamente, un prezzo altissimo per un’abitudine tanto radicata quanto dannosa.
Questo dato potrebbe far riflettere anche coloro che, in cuor loro, si aggrappano ai pochi casi di anzianità longeva tra fumatori. Casi oramai più rari che mai. Ma non tutto è perduto. Lo studio non si limita a evidenziare i rischi, ma offre anche uno spiraglio di speranza: smettere di fumare comporta benefici immediati e tangibili. I ricercatori hanno calcolato che un fumatore abituale, interrompendo il consumo di sigarette, può iniziare a recuperare il tempo perso già dai primi giorni. Un mese senza fumo potrebbe restituire settimane di vita, e la qualità degli anni rimanenti migliorerebbe drasticamente.
In passato si stimava che ogni sigaretta accorciasse la vita di 11 minuti, ma oggi sappiamo che l’impatto è ancora più significativo. La vera sfida, rimane sempre la stessa: fare un passo indietro rispetto a questa abitudine, per recuperare tempo prezioso da dedicare a sé stessi e alle persone care.
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