Il mondo cambia in fretta e il mercato del lavoro ancora di più: ecco cosa metterà a rischio milioni di posti. Soprattutto per coloro che svolgono certi tipi di professioni.
Ogni epoca, in fondo, altro non è che uno step: un piccolo scalino sull’infinita scala della storia. Uno scalino importante, significativo e indispensabile ma nessuno scalino può essere eterno altrimenti si resterebbe immobili, non si crescerebbe mai. Nel 2025 il passaggio al gradino successivo sembra essere sempre più vicino. Soprattutto per quel che riguarda il mondo del lavoro.
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale porterà a cambiamenti enormi: forse potremo parlare di un’altra rivoluzione non più industriale ma digitale. La direzione è proprio quella, infatti: una progressiva digitalizzazione di ogni attività. Laddove prima era indispensabile l’intervento umano, a breve sarà sufficiente un algoritmo.
Vogliamo chiamarlo progresso? In un certo senso lo sarà, sotto altri aspetti forse no. Una cosa però è certa: l’Intelligenza Artificiale farà nascere nuove professioni ma farà saltare anche milioni di posti di lavoro. Fino ad oggi siamo stati – o abbiamo creduto di essere – tutti necessari in qualche misura.
L’IA sta mettendo in discussione proprio questo: alcune figure, da qui a 5 anni al massimo, non saranno più necessarie. Secondo le previsioni degli esperti, a essere più a rischio sono coloro che svolgono determinate professioni che vedremo nel prossimo paragrafo.
Intelligenza Artificiale: ecco quali sono i lavori più a rischio
Il nuovo rapporto del World Economic Forum parla chiaro: da qui al 2030 il mondo del lavoro subirà cambiamenti importantissimi dovuti, in parte, a pressioni economiche e tensioni geopolitiche ma in larga misura ai progressi tecnologici e all’avanzamento dell’Intelligenza Artificiale. Ci sarà bisogno di nuovi professionisti che oggi non esistono mentre, altri, purtroppo resteranno disoccupati.
Il timore di tutti noi è che, a breve, oltre a ingegneri, informatici e medici non servirà più nessuno. Su questo gli esperti sono ottimisti: ci saranno figure che saranno sempre necessarie e, anzi, diventerà fondamentale anche formare nuovi professionisti in grado di dialogare con l’Intelligenza Artificiale, di “istruirla” in modo da umanizzare il suo linguaggio rendendo più agevoli le interazioni tra uomo e macchina.
Ci sarà crescente bisogno di esperti nel settore dell’ecosostenibilità e avremo ancora bisogno di insegnanti nelle scuole e nelle Università così come di braccianti che coltivino il cibo che arriva sulle nostre tavole. Chi svolge queste professioni, quindi, almeno per ora, può dormire sonni tranquilli.
Decisamente meno tranquilli, invece, coloro che svolgono lavori più tecnici, più ripetitivi, lavori che, insomma, possono essere svolti anche da una macchina come i cassieri, coloro che lavorano nei call center e all’assistenza clienti ma anche i commessi, i camerieri, gli stampatori e persino i grafici.
Tutte queste professioni potranno essere svolte da robot e algoritmi. Infatti, in alcune città italiane, sono già arrivati i supermercati interamente gestiti dall’IA: niente cassieri né commessi ma solo algoritmi a sorvegliare che tutto funzioni. E in alcuni ristoranti i camerieri in carne e ossa sono stati già sostituiti da robot.