Dietro al colore del salmone, si nasconde un segreto che tutti dovrebbero conoscere. In pochi ne sono a conoscenza.
Il salmone è un alimento gustoso e ricco di nutrienti fondamentali. Si sposa benissimo con il periodo delle feste perché la sua polpa è in grado di fare contenti grandi e piccini. Quando le persone si recano al supermercato, tendono a osservare con attenzione il colore. La decisione finale è influenzata proprio da questo elemento.
La maggior parte di loro opta per i tranci più accesi. Vengono considerati più belli dal punto di vista estetico e anche più buoni. In realtà, molti non sono a conoscenza di un dettaglio rilevante. Raramente i consumatori si pongono domande sull’argomento.
Quasi tutti amano il sapore del salmone. È intenso e ben distinguibile, con una carne succosa e morbida. Se cotto nel modo giusto, può davvero diventare il protagonista della cena. Servirlo durante la Vigilia di Natale farà fare un figurone ai padroni di casa. Le persone, prima dell’acquisto, si concentrano soprattutto sul colore. Analizzano tutti i dettagli, sperando di scegliere i tranci più buoni.
In realtà, la tonalità del pesce non è sempre sinonimo di qualità. I salmoni non nascono arancioni. Dopo la schiusa delle uova, presentano un colore grigiastro, molto simile a quello degli altri pesci. Con la crescita, esso si modifica in modo sostanziale, fino ad assumere il classico aspetto rosato. Il motivo di tale cambiamento risiede nell’alimentazione. Non bisogna dimenticare che questi animali si cibano di molluschi e crostacei.
Attraverso il cibo, assumono una sostanza chiamata astaxantina, che appartiene al gruppo dei carotenoidi. Viene trasportata dal sangue e si deposita all’interno dei muscoli e della pelle. Essa è responsabile anche delle sfumature delle albicocche e dei pomodori. Con la crescita, così, la pelle dei salmoni muta. Il colore più o meno aranciato è dato anche dalla quantità di cromatofori presenti. Si tratta di cellule che assorbono il pigmento.
Di conseguenza, una tonalità più tenue non corrisponde a un cattivo sapore. Indica solo che il salmone ha assunto meno astaxantina durante l’alimentazione o che presentava un numero limitato di cromatofori. Si possono riscontrare delle differenze anche tra i salmoni selvaggi e quelli cresciuti in allevamento. I primi hanno seguito una dieta più varia e bilanciata, mentre i secondi sono stati sottoposti a un regime alimentare ben studiato per favorirne la crescita
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