Passione calcio, ecco come diventare arbitro: requisiti e guadagni

Hai la passione del calcio e il tuo sogno è diventare un arbitro? Ecco quali sono i requisiti per fare questo mestiere e quali sono i guadagni.

I direttori di gioco sono stati in grado di diventare anche figure iconiche, tanto quanto i calciatori e in modo da avere anche loro dei fan molto speciali. Di certo i bambini non nascono col sogno di diventare arbitri, fermi dall’idea di diventare calciatori. Molti però si appassionano a questo mestiere fin in giovane età anche grazie alle tante personalità che abbiamo conosciuto soprattutto in Italia. Basti pensare a Pierluigi Collina, Nicola Rizzoli, Daniele Orsato e tanti altri ancora.

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Passione calcio, ecco come diventare arbitro (ANSA) Al25.it

Esempi da seguire per integrità, ma non solo anche alcuni personaggi che sono entrati nell’immaginario come la rappresentazione umana dell’errore basti pensare a Byron Moreno e a quella famosa Italia-Corea del Sud del 2002. Oggi il mestiere è cambiato tanto, i fischietti hanno meno responsabilità grazie alla sempre più massiva introduzione della tecnologia grazie al Var. Ma avete pensato a come si può diventare arbitri? Oggi ve lo vogliamo spiegare, specificandovi anche quali sono i guadagni e le prospettive legate a quella che è una vera e propria professione.

Come diventare arbitro? Requisiti e guadagni

Il primo passo per diventare arbitro è quello di iscriversi a uno dei corsi tenuti territorialmente dall’AIA cioè l’Associazione Italiana Arbitri. Per iscriversi non si deve pagare e le lezioni si svolgono direttamente presso le sezioni che sono presenti in ogni capoluogo di provincia o nelle città dove sono presenti almeno 40 fischietti.

I requisiti per accedere al corso sono i seguenti: cittadinanza italiana, età tra i 15 e i 35 anni al momento dell’iscrizione, conseguito il titolo di studio della scuola dell’obbligo, certificato di idoneità alla pratica sportiva generica, irreprensibile condotta civile e sportiva.

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Come diventare arbitro? Requisiti e guadagni (ANSA) Al25.it

Di solito il corso dura circa tre mesi con una percentuale di obbligo di frequenza per poi accedere all’esame finale. Questo consiste a uno scritto e un orale su temi di carattere disciplinare e tecnico. Si passa poi ai test fisici tra cui prove di scatto e resistenza.

I neo-arbitri partono dai campionati giovanili minori con l’obbligo di dirigere un minimo di partite a stagione alla fine della quale si passa ai giudizi per eventuale promozione di categoria.

Quanto guadagna un arbitro?

Ma quanto percepisce un arbitro? Oltre al gettone per la singola partita l’arbitro prende una quota fissa che dipende dalla sua reputazione e dall’anzianità oltre che magari dalla qualifica da “internazionale”.

Un direttore di gara dovrebbe percepire attorno ai 4mila euro a partita, 1500 per gli assistenti, 500 per il quarto uomo e 2000 per il Var oltre rimborso spese, vitto e alloggio. Ci sono fasce di fisso in base a quanta esperienza si ha: 20mila euro per il 1° anno; da 0 a 50 gare di Serie A 30mila, oltre 50 60mila, Fifa ed ex Fifa 90mila.

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