Pensione più alta? Scopri come chiedere il ricalcolo e “sterilizzare” i contributi meno favorevoli. Una sentenza della Cassazione apre nuove opportunità!
Una recente sentenza della Cassazione (n. 30803 del 2 dicembre 2024) apre a una possibilità vantaggiosa per molti pensionati: il ricalcolo dell’assegno pensionistico al compimento dei 67 anni, l’età prevista per la pensione di vecchiaia. Questa opportunità, finora poco conosciuta, permette di “sterilizzare”, ovvero escludere dal calcolo, i periodi contributivi meno favorevoli, ottenendo potenzialmente una pensione più alta.
Pensionamento anticipato vs. pensione di vecchiaia: cosa cambia a 67 anni
In Italia, esistono diverse modalità per andare in pensione. Oltre alla pensione di vecchiaia, che si raggiunge a 67 anni con almeno 20 anni di contributi, ci sono varie forme di pensione anticipata, come quella ordinaria accessibile con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) a prescindere dall’età anagrafica.
Sebbene queste opzioni offrano il vantaggio di uscire prima dal mondo del lavoro, possono comportare un assegno pensionistico meno favorevole. Questo perché, nel calcolo della pensione anticipata, non si applicano alcune agevolazioni previste per la pensione di vecchiaia, tra cui, appunto, la sterilizzazione dei contributi.
La “sterilizzazione” dei contributi: un vantaggio spesso ignorato
La sterilizzazione o neutralizzazione dei contributi è un meccanismo che consente di escludere dal calcolo della pensione i periodi contributivi che risulterebbero penalizzanti, come quelli relativi a periodi di cassa integrazione, disoccupazione indennizzata, lavoro part-time o, più in generale, periodi con retribuzioni più basse. Questa opzione è particolarmente rilevante per chi ha la pensione calcolata con il sistema retributivo o misto, dove gli ultimi anni di carriera hanno un peso significativo sull’importo finale dell’assegno.
La sentenza della cassazione: un’opportunità per molti pensionati
La sentenza n. 30803/2024 della Cassazione conferma un principio già sancito dalla Corte Costituzionale: chi ha raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni) ha diritto a che la propria pensione venga ricalcolata secondo le regole di quest’ultima, anche se è già in pensione anticipata.
In pratica, al compimento dei 67 anni (o successivamente, se si è già superata questa età), i pensionati che sono usciti anticipatamente dal mondo del lavoro possono chiedere all’INPS il ricalcolo della propria pensione, applicando le regole della pensione di vecchiaia, inclusa la sterilizzazione dei contributi meno favorevoli, a condizione che questi non siano necessari per raggiungere i 20 anni minimi di contribuzione.
Chi può beneficiare del ricalcolo?
Questa possibilità interessa potenzialmente tutti coloro che:
- Hanno raggiunto i 67 anni di età (o li supereranno a breve).
- Sono andati in pensione anticipata (con qualsiasi formula, inclusa quella “ordinaria”).
- Hanno avuto periodi lavorativi con retribuzioni più basse negli ultimi anni di carriera (e la loro pensione è calcolata, almeno in parte, con il sistema retributivo).
Come richiedere il ricalcolo?
Per ottenere il ricalcolo, è necessario presentare una domanda specifica all’INPS. Si consiglia di farsi assistere da un patronato o da un consulente previdenziale per verificare la propria posizione contributiva e valutare la convenienza di tale operazione.
Un’opportunità da non perdere
La sentenza della Cassazione rappresenta un’opportunità importante per molti pensionati, che potrebbero vedere aumentare il proprio assegno pensionistico grazie alla sterilizzazione dei contributi meno favorevoli. Se rientri nei requisiti, non esitare a verificare la tua posizione e a chiedere il ricalcolo della tua pensione. Un’opportunità che potrebbe tradursi in un concreto miglioramento della tua qualità di vita
