Per chi non lo sapesse il film Hachiko, che racconta il profondo legame tra un cane di razza Akita e il suo padrone, è tratto da una storia vera: ecco com’è andata realmente la vicenda.
Lunedì 6 gennaio 2025, in occasione dell’Epifania, va in onda su Rete 4 a partire dalle ore 21.25 il film drammatico Hachiko, con protagonista Richard Gere. La pellicola ha debuttato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2009, con la regia di Lasse Hallström. Il film narra del legame profondo che si crea fra un cane di razza Akita, Hachiko appunto, e il suo padrone, Parker Wilson, un insegnante di musica che il cane accompagna ogni giorno alla stazione e che torna poi a riprendere dopo il lavoro per tornare insieme a casa.
Per chi non lo sapesse, il film di Hallström è un remake di un’altra pellicola giapponese del 1987, Hachikō Monogatari, diretto da Seijirō Kōyama, ed è basato su una storia vera, avvenuta in Giappone negli anni Venti. Tanto che nella stazione di Shibuya a Tokyo si trova una statua in onore del cane.
Hachiko: la storia vera che si cela dietro ad uno dei fil più toccanti di sempre
Il film di Lasse Hallström, Hachiko, si ispira ad una storia vera accaduta in Giappone negli anni Venti. Hachikō era un esemplare di razza Akita Inu dal manto bianco, adottato nel 1923, quando aveva pochi mesi, da Hidesaburō Ueno, un docente del Dipartimento di Scienze dell’agricoltura dell’Università Imperiale di Tokyo.
Da quel momento in poi cane e padrone divennero praticamente inseparabili, tanto che ogni mattina Hachiko accompagnava il professore alla stazione prima di andare a lavoro e poi tornava nel pomeriggio a riprenderlo per rientrare insieme a casa. Purtroppo, però, il 21 maggio 1925 Hidesaburō Ueno non tornò mai alla stazione, poiché morì il giorno stesso, a causa di un improvviso ictus che l’aveva colto mentre si trovava all’università.
Il cane dal canto suo continuò ad aspettarlo senza vederlo mai arrivare e così fece per tutti i 10 anni successivi, fino a che non morì di filariasi l’8 marzo 1935, all’età di undici anni. Il suo corpo venne ritrovato in una strada di Shibuya e la notizia finì su tutti i quotidiani, facendo il giro del Giappone e del mondo intero. Addirittura in Giappone, per ricordare Hachiko, venne dichiarato un giorno di lutto nazionale.
Negli anni la storia di Hachiko ha letteralmente commosso intere generazioni ed ancora oggi rappresenta un simbolo di lealtà e di amore incondizionato. Lo stesso Richard Gere, venuto a conoscenza di questa vicenda grazie al film originale, rimase molto colpito, decidendo di lavorare insieme ad Hallström al remake. All’epoca, inoltre, l’attore era in cerca di un film che potesse interpretare e poi guardare insieme al figlio Homer. Fu così che si mise a lavorare al progetto, spinto anche dal profondo rispetto per la razza degli Akita.