L’Ape Sociale è stato confermato anche per il 2025 anche se ci sono delle variazioni da non sottovalutare. Cosa cambia tra requisiti e importo?
Le categorie fragili sono avvisate, anche per il prossimo anno è stato confermato l’Ape sociale anche se la situazione è in continua evoluzione. Questa norma è stata prorogata fino al 31 dicembre del 2025 all’interno della nuova legge di bilancio. Si tratta di un vero e proprio paracadute economico per quelle persone che si trovano in difficoltà sia dal punto di vista economico che professionale. Offre di fatto un anticipo pensionistico senza andare a cambiare nulla.
Vogliamo mettervi al corrente di importi e requisiti per accedere a questa situazione che per molte famiglie potrebbe essere davvero un àncora di salvataggio. Nonostante gli effettivi pro ci sono anche dei contro, perché per poterla richiedere bisogna rispettare dei precisi requisiti che non sono in possesso di tutti. Passiamo ora all’aspetto pratico per indicarvi come fare a richiederla e ancor prima a capire se ne siete veramente beneficiari.
Ape sociale rinnovata, come funziona?
Ma come funziona questa Ape sociale? Le categorie interessate non sono cambiate rispetto al 2024 e riguardano i disoccupati che hanno finito l’indennità di disoccupazione, gli invalidi con una percentuale superiore al 74%, i caregiver che si occupano di familiari che non sono autosufficienti e i lavoratori impegnati in attività pesanti dal punto di vista fisico.
Per accedere a questo beneficio si devono possedere almeno 30 anni di contributi e una soglia di 36 anni per i lavoratori gravosi. Le madri, inoltre, godono di uno sconto contributivo di un anno per figlio, ma per un massimo di due.
L’importo dell’assegno corrisponde a quella che è la pensione maturata al momento della domanda, non superando i 1500 euro lordi. Un tetto imposto dall’importo che verrà percepito successivamente.
L’assegno è di 12 mensilità annue, ma senza la tredicesima, ed è sicuramente un salvagente importante per chi si trova in una situazione di crisi economica.Per presentare la domanda l’istanza va inviata all’INPS dal 1° gennaio al 31 marzo, dal 1° aprile al 15 luglio e dal 16 luglio al 30 novembre. Le domande presentate tardivamente verranno poi valutate solo in presenza di risorse residue.
Gli italiani in difficoltà potranno dunque aggrapparsi a questo aiuto che arriva dal governo e che permetterà loro di dormire dei sonni più tranquilli e meno appesantiti dalla gravosità di scadenze e necessità di versare soldi successivamente per coprire le spese di prima necessità.