Una celebrità assoluta ed una personalità positiva che fa tanto per favorire il diffondere della cultura, Alessandro Barbero piazza ora un altro grandioso colpo.
Alessandro Barbero è una vera e propria rockstar, a dispetto di quanto lui possa apprezzare la cosa. Il professore, andato ufficialmente in pensione dall’insegnamento nello scorso mese di settembre, è uno dei più eminenti esperti di storia medievale in Italia e non solo. E ha vaste conoscenze anche riguardo alla storia antica ed a quella moderna e contemporanea. Nel corso degli anni le sue conferenze hanno fatto scuola, è il caso di dirlo. E lo stesso dicasi per le sue partecipazioni in televisione. Grazie a lui il bacino di coloro che si sono appassionati alla storia in generale è aumentato.
E proprio al professor Alessandro Barbero dobbiamo alcuni aneddoti curiosi e stimolanti, come ad esempio la presenza di vocaboli nel nostro parlato quotidiano che sono di origine longobarda come (a sorpresa) “pizza”, “spranga”, “russare” e tante altre. Manco a dirlo, sui social Barbero ha fatto proseliti, riuscendo ad ottenere dalla sua schiere di migliaia di ammiratori e decine di pagine social e canali tematici. Per un successo più che meritato ma che lui non ha mai cercato. Infatti – parole sue – il professor Barbero convive con tutto ciò semplicemente cercando di ignorare il più possibile tutta questa fama. Si parla però ancora una volta di una sua impresa.
Chi è davvero Alessandro Barbero?
Alessandro Barbero è molto più di un docente universitario. È anche un autore di best seller. Da giovanissimo lui vinse il prestigioso Premio Strega nel 1996 con quello che fu il suo primo romanzo- Il titolo era “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo”. Poi ha scritto anche altri romanzi storici, firmato ricerche, realizzato programmi televisivi prima per la Rai e poi per La7. Ed anche ora che è in pensione viaggia di continuo per tenere delle conferenze, anche all’estero.
Perciò la famosa Enciclopedia Treccani ha voluto omaggiare quanto fatto dal professore. E lo ha fatto dando vita ad un nuovo termine, che fa parte del lotto di neologismi inseriti per il 2025. Il nuovo vocabolo non poteva che essere “Barberismo”. La cosa suona quasi come se fosse una sorta di laurea ad honorem per Barbero e con questa parola si ha la prova di come tanti siano l’entusiasmo e la passione che molti nutrono nei suoi confronti. Barbero è noto per il suo stile di comunicazione accessibile e coinvolgente.
La sua abilità nel rendere la storia affascinante ha attratto non solo gli appassionati di cultura, ma anche coloro che si avvicinano a questi argomenti per la prima volta. È vero che il professore ha una presenza consolidata nella televisione, che è un media tradizionale. Ma il vero motore del “Barberismo” è costituito dalla diffusione virale sui social media. Le sue conferenze, spesso caricate su piattaforme come Facebook e YouTube, hanno generato milioni di visualizzazioni, trasformando i suoi eventi in cult seguitissimi.
Quanto entusiasmo per il professore
Molti di questi video, realizzati in modo amatoriale e con qualità tecnica variabile, hanno contribuito a creare un passaparola digitale che ha amplificato la visibilità di Barbero. Questi filmati hanno fatto sì che le sue lezioni non fossero semplici eventi accademici, ma occasioni di incontro e condivisione tra appassionati di storia, creando una comunità affezionata che segue con entusiasmo ogni sua apparizione.
“Barberismo” è ora sinonimo di un approccio divulgativo che coniuga rigore accademico e linguaggio semplice, rendendo la storia accessibile a tutti. Però il fenomeno non è privo di critiche. Alcuni esperti avvertono del rischio di una venerazione acritica nei confronti di Barbero, che potrebbe condurre ad una rappresentazione quasi mitologica della sua figura.
Questa situazione potrebbe distorcere il dibattito intellettuale, riducendo la pluralità di voci e opinioni in ambito storico. Inoltre, vi è la preoccupazione che la commercializzazione del fenomeno possa compromettere l’autenticità del messaggio di Barbero, trasformando la sua figura in un semplice prodotto di marketing culturale. Cosa che lui per primo non vuole che accada. Ma questo omaggio dell’Enciclopedia Treccani è più che meritato nei confronti del professore. Un’altra figura che ha acquisito grande popolarità ma per motivi del tutto diversi è Cecilia Sala, che finalmente ha visto il peggio alle spalle.